TEST ARCHEOLOGICI

Di Fabio Garuti

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Ci sono reperti archeologici realmente inspiegabili, sotto gli occhi di tutti, e che, duole dirlo, non sollevano in taluna ufficialità archeologica i dubbi e le perplessità che sarebbe più che lecito attendersi. Non è che si voglia fare dell’ironia, ci mancherebbe, ma i fatti sono fatti. I silenzi sono silenzi e le possibili spiegazioni sollevano, evidentemente, fin troppi interrogativi che restano ovviamente irrisolvibili ed irrisolti senza un deciso “cambio di rotta” nella Storia e nella Archeologia tradizionali, o meglio,ufficiali. Ma i reperti sono lì, sotto gli occhi di tutti (ripeto) ed il non parlarne non risolve nulla. Per cui ne discutiamo ben volentieri, ancora una volta, su gentile richiesta di Lettrici e di Lettori, che i dubbi se li pongono eccome.
Reperto : Men-Hir / Stele di Mamoiada, Sardegna. Magnifico, unico nel proprio genere. Scoperto per caso (era totalmente interrato) grazie ad alcuni lavori pubblici. Conosciutissimo, presenta una caratteristica incredibile, che merita molta attenzione e che, (è un fatto) viene presa in considerazione solo dalla ricerca indipendente, senza voler fare alcun distinguo polemico : vi sono raffigurati dei cerchi concentrici perfetti, intagliati nella pietra, senza la minima sbavatura, con proporzioni precisissime, tanto perfetti da essere unici al Mondo. Considerazioni doverose ( al di là del significato stesso dei cerchi che in questa sede non trattiamo, essendocene già occupati diverse volte indicando -vedi foto allegata- la straordinaria somiglianza con i Campi Circolari Peruviani di Moray) :
1)Il Men-hir in oggetto è datato , ufficialmente, al 3.000/3.500 avanti Cristo. Che oltre 5.000 anni fa si potesse realizzare qualcosa di tanto complesso suona già strano, tenendo presente che a livello ufficiale si ritiene ancora che in Sardegna, all’epoca ed anche oltre, vigesse una sorta di semi-nomadismo, un totale analfabetismo, una totale assenza di qualsivoglia forma di urbanizzazione stanziale o stabile, e , in definitiva, l’esistenza fosse ridotta ai bisogni primari ed essenziali: una sorta di semi-cavernicoli o giù di lì. Incongruenza straordinaria, il pensare che qualcuno, di norma dedito esclusivamente a sopravvivere, si mettesse a disegnare ed intagliare su pietra, con tanta perfezione, alcuni cerchi concentrici, senza la minima sbavatura. Un semi-nomadismo ad alta precisione, oserei dire, ironia, (dovuta), a parte.
2)Volevo farmi fare una copia in pietra, in scala ridotta, del magnifico reperto, ad uso scrivania (lo amo molto). Recatomi da un professionista del settore, chiedo di fare una copia del tutto, ovviamente a mano, e senza utensili elettrici. Costui afferma che è letteralmente impossibile creare qualcosa del genere, con tanta precisione, con una profondità costante , senza la minima sbavatura nei bordi dei cerchi, operando senza una smerigliatrice elettrica. Si può tracciare il disegno base, indubbiamente, ma è impossibile scavare a mano i “solchi” ottenendo un risultato simile, e, cosa fondamentale, con una profondità dei solchi stessi sempre identica e millimetricamente perfetta. E’ impossibile, con martello e scalpello, seguire una traccia circolare tanto precisa, ed addirittura sempre del medesimo spessore, appunto.
3) Mi chiede di cosa si tratti, e gli parlo di un reperto di oltre 5.000 anni fa, in Sardegna. Eseguito a mano, almeno ufficialmente, da Gente semi-nomade ed analfabeta. Persona educata, mi ha cortesemente invitato ad andare da qualche altra parte a raccontare queste amenità.
Ecco, riflessioni molto semplici. A mano libera non è realizzabile tutto ciò. Chiedersi come il tutto sia stato realizzato, (cercando di escludere l’argomento smerigliatrice elettrica per non andare ancora oltre), è per lo meno doveroso. Ma, tecnica e strumentazione a parte, il discorso è anche un altro: bisogna davvero piantarla con questa Storia del semi–nomadismo Sardo fino al “salvifico e civilizzatore” arrivo di qualcun altro. Solo una Civiltà progredita socialmente e tecnicamente è in grado di realizzare manufatti del genere. Chi contesti o continui ad avversare l’idea di una Antica Civiltà Sarda, ha un mezzo formidabile per controbattere e portare le proprie ragioni: prenda una pietra, uno scalpello ed un martello, e realizzi qualcosa del genere. Un po’ come quando, a proposito delle Piramidi di Giza, si chiede di replicare, a mano, con “strumentazione” e soprattutto mediante funi naturali dell’epoca, il sollevamento di blocchi di pietra pesanti decine di tonnellate a decine di metri di altezza.
Strano che nessuno ci abbia mai pensato. Sarebbero tutte dimostrazioni, o meglio test, esemplari e decisivi. Semplice, non Vi pare ? Sì certo, solo che non lo si fa.

(Tratto da : Sardegna, pagine di Archeologia negata. Una grande Civiltà Mediterranea migliaia di anni prima della Storia di Roma – Anguana Edizioni – Sossano – VI )

Un pensiero su “TEST ARCHEOLOGICI

  1. Fabio, io credo che Una volta acquisito lo strumento metallico (ferro, rame, lega…) seguire i cerchi guida realizzati con filo di juta e colorante vegetale non era un’opera impossibile. Certamente è un lavoro ben fatto anche se, si nota benissimo (vedi altre foto) non c’è la “precisione millimetrica” che dici. Ci sono vari cerchi non proprio perfetti.
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