DOMO SA NAJ: la Nave Ospedale

Di Davide Cocco

Salve a tutti,

… siccome dopo cena, insieme ad un bicchierino di mirto, 5 minuti di Archeo Logica ci stanno sempre bene, li consiglia anche il dottore…

mi è venuto in mente questi giorni , che in generale, ma in Sardegna in particolare, e soprattutto in quest’ultimo periodo, parrebbe che qualunque cosa i nostri avi si mettessero a fare, fosse dedicata o ai morti, o ai santi…

mi spiego meglio:
nuraghe erano templi del sole,
le tombe dei giganti erano perlappunto tombe,
i giganti di mont’e prama erano monumenti funerari
i sardi scrivevano solo di dio santissimo e benedetto,
gli egizi si sono fatti un mazzo tanto a far piramidi mettendo un blocco ogni 4 minuti (che neanche col lego, ci riesci) per seppellirci dentro un faraone,
gli etruschi scrivevano solo elenchi di morti,
tutank aton, portava sfiga da vivo a lui, e da morto agli altri,
e anche le domus de janas, erano tombe pure loro, con le fate dentro, ma sempre tombe.

ora capisco perchè gli archeologi sono restii a scavare: ogni volta che trovano qualcosa devono toccare… ferro…

ma secondo voi, è possibile che sti poveri cristi del passato, passassero il tempo a costruire tombe, e scrivere in fenicio bestemmie sumere?

mah.. a me mi (lo so, non si dice, ma a me mi) lascia perplesso…

a questo proposito, sul fatto che secondo me non tutto è tomba, tranne il silenzio che c’è diero la storia sarda, leggevo un post e riflettevo a voce alta su quello che poteva essere il significato del termine “domus de janas..”

le case delle fate..
le case delle fate è bello, vero? case delle fate, le janas, piccole fate dei boschi, come nelle leggende irlandesi..
irlandesi, si…per alcuni è strano, anche questo, alcuni dicono che i sardi con l’irlanda e la scozia non hanno mai avuto a che fare…
quindi
case delle piccole fate dei boschi, ma tombe.
… le fate, non lo so.. mi chiedevo, ci saranno vissute prima, o dopo, che ci hanno messo i morti? ..oppure insieme? mah..

oppure case delle porte.
la janna è la porta, in Sardo.
togli una N a janna, fai che le false porte sono una caratteristica delle domus, che sono a forma di nave rovescia, così i morti potevano essere traghettati attraverso le porte, di nuovo al grembo di madre terra, e il gioco è fatto, case delle porte, porte dell’aldilà. ma sempre tombe..

Allora pensavo a come è composto il nome..

Domus. ci sta. “domo” è un termine che ho trovato in una roccia in sardegna, scritta in Antico Alfabeto Sardo, che non ho idea di quanto sia antica.. più antica della tomba che c’è vicino, sicuramente…
domo, stava a significare, “casa”, “riparo”, “luogo”. e fin qui va bene.. casa, luogo, ok. Sul termine janas invece ci si sbatte da un po’, e non c’è una corrispondenza univoca fra i professori. appunto “porta”, “fata”, “giano bifronte che guarda di qua e di la dalla vita”… etc etc.

In pratica, boh!!! come il verso del coccodrillo, che nessuno sa come fa.

però.. però.. le domus, c’è pressochè unità di vedute, sono a forma di nave, rovesciata, ma nave…
mi sono chiesto, allora, come la chiamerei io se fossi uno che si è fatto un mazzo tanto per costruire una tomba a forma di nave, scavandola dentro la pietra viva ?

esempio: “fratellino , è morto babbo, portiamolo alla “casa delle fate”,
“fratellone, quello semmai da vivo, da morto non gli serve più. semmai portiamolo alla nave, che lo traghetti alla madre terra”.. ecco.. questo mi sembra più logico.. io l’avrei chiamata “la nave”. mi sarebbe venuto da chiamarla così.. “la nave”, del resto, se la faccio a forma di nave, perchè chiamarla in un altro modo..? l’avrei chiamata in sardo.. penso, del resto erano sardi, mica sumeri, no? In Sardo , “la nave” si dice “Sa Nai”, quindi avrebbero detto una frase tipo.. “è mortu babbu, tocca ki du portaus a Sa Nai”.. (è morto babbo, bisogna portarlo alla nave) ops… ” Sa Nai”.. leggiamolo da destra a sinistra.. : SA NAI = IAN AS, IANAS…

“La Nave”. “domo jan as”, “domo sanaj”.

Abbiamo già visto come l’antico alfabeto sardo scriveva frasi composte da due emifrasi, secondo un asse mediano, la parte di frase di sinistra da sinistra a destra, e la parte di frase destra da destra a sinistra.
Secondo quella regola, potremmo dividere la frase in due : .. do/mo + ian/as, e leggere “do mo sa nai”, ci sta.
la nave che è un riparo, la nave che protegge, ma anche “la nave che cura”.

Eh, si, perché in sardo:

“Sa Nai, vuol dire “La Nave”, ma “Sanai”, tutto attaccato, vuol dire “Guarire”… (da cui l’italiano “sano”, “sanità” etc.) e quindi per esempio, “babbu è malariu, tocca ki du portaus a Sanai”: “babbo è malato, dai che lo portiamo a guarire”

inizia ad avere un senso..

adesso abbiamo dunque due ipotesi :

1. classica. la domo sanaj, era una tombe a forma di nave, dove venivano deposti i morti, che venivano “curati” dandogli la possibilità di rinascere (sani) dal grembo di madre terra.
classica, sempre tomba, ma almeno adesso sappiamo cosa vuol dire il nome..

2. un pò meno classica. le domus erano dei posti riparati, a forma di nave (luogo collegato al culto dell’acqua?), dove le persone andavano a curarsi. Solo in tempi recenti, forse, persa la memoria, o la tecnica per il loro utilizzo, usate come tombe, mi spingo a formulare questa ipotesi, oltre che per l’etimologia del termine, anche perché personalmente ho constatato come le domus de janas siano spesso conformate come casse acustiche , che entrano in risonanza a determinate frequenze.
Chi studia Archeo Acustica sa, quanto il suono, la vibrazione, fosse importante, migliaia di anni fa… quindi, infine, ancora una volta tombe, finalmente con il loro nome “DOMO SA NAJ” , col significato di “nave che protegge e traghetta nel grembo di madre terra, verso nuova vita? Oppure luoghi di cura e guarigione, “DOMO SANAJ”, col significato di “la nave, (il luogo del culto dell’acqua?) che cura e protegge?

E siccome ancora oggi esiste un solo posto dove sei protetto, e puoi curarti, ma anche nascere e morire, se devo pensare a dare alla domus un nome moderno, un nome che potremmo usare oggi, mi sembra più Archeo Logico dare un 75% alla seconda ipotesi, e un 25% alla prima, e definire la Domus de Janas

“DOMO SA NAJ, la Nave Ospedale”

senza santi, bestemmie e tombe, un luogo di utilizzo comune, per scopi pratici, legati al vivere quotidiano e alle sue necessità, come è logico che siano le cose costruite con tanta fatica, oggi e allora..

e, strano ma vero, senza usare il sumero…

E le fate ? .. beh, in un ospedale, come definireste le infermiere che si prendono cura di voi? e se andassero per boschi a raccogliere le piante necessarie..?

ci sarebbe a questo punto ancora tanto da dire, in proposito, ma per ora, come punto di partenza, mi sembra sufficiente…

grazie mille…

e pps..

Per essere un popolo che non navigava,
le navi le conosceva bene…

6 pensieri su “DOMO SA NAJ: la Nave Ospedale

  1. Letto tutto d’un fiato. Che dire, sicuramente un ipotesi azzardata, sopratutto conoscendo le nozioni archeologiche che ormai si sono cristallizzate nelle coscienze di molti. Io non sono un archeologo, sono soltanto uno scrittore che ama la sua terra, la sua storia, adoro andare a ritroso nel tempo per scoprire le origini delle cose e il loro significato. Personalmente apprezzo la logica da te usata, meglio rimanere con la mente aperta che inscatolata. Sicuramente c’è tanto da approfondire, ci sono molte cose della nostra storia passata che non tornano, e credo che gli archeologi lo sappiano. Complimenti per questo nuovo quadro che hai fornito, stuzzica davvero tanto la mia immaginazione. Un saluto.

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  2. la parola sardo non esiste nella storia, la stessa parola SARDO è stata modificata da SABA, il regno di SABA, ebrei SAFARDITI ” Ebrei Sabie”, era un vasto impero goveranato da una Regina Saba, puoi risalire alla parola Sarda modificata dalla moneta di Atena, per le costruzione gigante come piramide egizi e machiu picciu in perù e molti altri costruzione sono fatti dalla stessa mano l’armata di OPHIR Bibbia ” regno di Solomone”, il cono nello grande Zimbabwe in africa ha origine il sud dell’europa e fu trasportato cosi come è nello grande zimbabwe

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  3. Mah, non sono d’accordo, da profana poiché non sono una studiosa ne archeologa ma solo curiosa, sul fatto che le domus de janas abbiano come derivazione il nome da sa naj(la nave) o sanaj( guarire) poiché questa è la lingua sarda (o meglio una parte) che usiamo noi oggi. Qua stiamo parlando di 3000 anni a.c più o meno? Perciò non penso si possa parlare della stessa radice dopo tutto questo tempo.
    Grazie se riuscirò ad avere una risposta

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  4. Come sempre…..grazie mille Davide splendida riflessione ed anche molto affascinante l”ipotesi dei ” luoghi di guarigione” e visto l”importanza del suono…..

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  5. Questo pensiero della nave è molto interessante….soprattutto per le Tombe di giganti, che, se le osserviamo bene, hanno la forma di una nave rovesciata….. come per gli Egizi, poteva essere la nave di Ra che ti conduceva nel cosmo per un’altra vita….

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