IL “MITO” DEGLI OANNES – PARTE I

Di Antonio Soritto

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Proviamo a parlare un pò di un antico mito che risale all’alba dei tempi e delle Civiltà. Un mito conosciuto e tramandato da tanti popoli sparsi sul globo (non è l’unico caso..) che ci parla di esseri venuti da …..”Altrove”. Agli albori dell’umanità l’uomo sviluppò un mito che si sarebbe connaturato profondamente nella cultura e nella tradizione dei millenni successivi. La discesa dal cielo di un essere divino, dalle fattezze antropomorfe ma anche di pesce, venuto per insegnare le arti e le scienze e apportatore di conoscenze e di insegnamenti che le tradizioni e gli antichi miti vorrebbero essere alla base dell’iniziale sviluppo dell’umanità. “Oannes”, Oanne(s), Oen, Oes, mostro metà uomo e metà pesce, venuto dal mare Eritreo, ed uscito dall’uovo primitivo, dal quale erano stati tratti tutti gli altri enti, comparve – dice Beroso – presso un luogo vicino a Babilonia. Egli aveva due teste; quella d’uomo era situata sotto quella di pesce. Alla sua coda erano uniti due piedi d’uomo del quale aveva la voce e la parola. Questo mostro stava fra gli uomini senza mangiare, dava loro la cognizione delle lettere e delle scienze, insegnava loro ad esercitare le arti, ad innalzare templi, edificare città, ad istituire delle leggi, e a fissare i limiti dei campi con sicure regole, a seminare, e a raccogliere i grani ed i frutti; in una parola, tutto ciò che raddolcire i loro costumi poteva contribuire. Al tramontar del Sole, ei ritiravasi nel mare e sotto le acque passava la notte. Ne comparvero in seguito altri simili a lui: e Beroso aveva promesso di rilevare questo mistero, ma nulla ne è rimasto. Oannes, Oes, dicono gli eruditi, in siriaco significa ‘straniero’. Così questa favola ci insegna che giunse un tempo per mare uno straniero il quale diede ai Caldei alcuni principi d’incivilimento. Esso era forse dalla testa alle piante coperto di pelli di pesce, e rientrava tutte le sere nel suo ‘vascello’, su cui si nutriva senza esser veduto da alcuno. Fin dall’antichità le remote saghe babilonesi e sumeriche ci hanno lasciato evidenti tracce della presenza di questo mito testimoniandoci altresì la sua esistenza in bassorilievi ed incisioni. Nel 275 a.C. lo storico babilonese Beroso, nella sua “opera maxima” sulle antiche tradizioni e civiltà del subcontinente arabico, affronterà nuovamente l’argomento lasciandoci ulteriori dettagli, ma allo stesso tempo maggiori domande, sulla reale presenza di questo essere divino. La sua opera, anticamente costituita da tre libri, è giunta fino a noi solo attraverso poche citazioni o frammenti risparmiati dal tempo.”Vi era una gran moltitudine di gente a Babilonia, ed essi vivevano senza leggi come animali selvaggi. Nel primo anno una bestia, chiamata Oannes, apparve dal Mar Eritreo, in un luogo adiacente a Babilonia. Tutto il suo corpo era quello di un pesce, ma una testa umana gli era cresciuta sotto la testa del pesce, e piedi umani gli erano similmente cresciuti dalla coda del pesce. Esso aveva una voce umana. Una sua immagine è conservata ancora oggi. Egli passava i giorni con gli uomini, ma non mangiava cibo.
Egli diede agli uomini la conoscenza delle lettere, delle scienze e delle arti di ogni tipo. Insegnò loro anche come fondare città, erigere templi, formulare leggi e misurare i campi. Rivelò loro i semi e la raccolta di frutta, ed in generale diede loro ogni cosa che è connessa con la vita civilizzata. Dal tempo di quella bestia nulla di nuovo è stato più scoperto. Ma quando il Sole tramontava, questa bestia Oannes si tuffava nel mare e passava le notti nell’abisso, poiché essa era anfibia. In seguito apparvero anche altre bestie. Il ricordo delle imprese di Oannes è sopravvissuto in parte anche nella cultura monoteista ebraica nel Vangelo Aprocrifo chiamato gli “Atti di Pilato”. Questo testo, in un determinato versetto, narra di quanto Gesù entrò a Gerusalemme nella veste di emissario di Dio e di come il popolo lo acclamò chiamandolo “Oannes che vieni dall’alto dei cieli”.
Secondo alcuni questa frase sarebbe dovuta ad un errore di trascrizione o traduzione nella versione distorta del ben noto “Osanna nell’alto dei cieli”. Lo studioso ebraico contemporaneo “Hayym ben Yehoshua” si dice però convinto della prima ipotesi (in cui si chiama in causa Oannes) in quanto, filologicamente, il nome nei testi originali sarebbe stato proprio Oannes. Ben Yehoshua si riferisce poi a come nell’iconografia cristiana Gesù viene espressamente caratterizzato dalla figura del “pesce” . Ovviamente possiamo passare come buone queste ipotesi seppur, in assenza di dati significativi, con il beneficio dell’inventario.
Nel libro di Enoch troviamo altri riferimenti a questo fantastico essere. Enoch è stato probabilmente uno dei patriarchi ad essere stato ammesso alla visione delle “sfere divine”. Enoch oggi è noto per un fatto che possiede forti correlazioni con materie che esulano l’argomento dell’attuale trattazione. Questo patriarca, si narra nel “Libro di Enoch”, (II – I secolo a.C.) apocrifo del Vecchio Testamento: “venne rapito in cielo da un vento impetuoso e portato in una Grande Casa di cristallo, alla presenza dei Figli dei Santi” chiamati, guarda caso, Osannini o Osannes.
Questi esseri interagirono lungamente con il patriarca che afferma, tra le altre cose, che: “… essi mi dissero che l’universo è abitato e ricco di pianeti, sorvegliati da angeli detti Veglianti o Vigilanti; e mi fecero vedere i Capitani e i Capi degli Ordini delle Stelle. Mi indicarono duecento angeli che hanno autorità sulle stelle e sui servizi del cielo; essi volano con le loro ali e vanno intorno ai pianeti…”
Non c’è bisogno di dire che questo testo è del II – I secolo a.C. e che, se lo consideriamo alla lettera, contiene evidentemente delle informazioni scientifiche sbalorditive. Meriterebbe tanto spazio anche il mito di Viracocha-Kontici, molto simile a quello sumero, ma ne parleremo in seguito.

8 pensieri su “IL “MITO” DEGLI OANNES – PARTE I

    • Ciao Giuseppe,
      abbiamo indagato. La parola OES -> BOES in sardo significa “buoi”. Oannes era un dio maschile, il bue era simbolo di una dea femminile, quindi riteniamo che in questo caso non ci possa essere attinenza. Grazie per la domanda.
      E.Din

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    • Gentile Carmela,
      buongiorno. Intanto mi scuso per il ritardo nella risposta al suo interessantissimo quesito.
      Fatte alcune primarie ricerche ho trovato questo:

      1) Secondo alcuni, deriverebbe da ànes, nome dialettale della pianta dell’anice (Pimpinella anisum);
      2) altri ritengono che derivi dal nome di persona Giovanni (dal latino Iohannes, adattamento del nome ebraico Yohanan, “Dio ebbe misericordia”).
      Se propendiamo per la seconda ipotesi, l’etimologia sarebbe molto prossima a quella degli Oannes in tal senso:
      Campbell (Joseph John Campbell è stato un saggista e storico delle religioni statunitense 1904 – 1987) vede una connessione tra la divinità del pesce degli Oannes e Giovanni il Battista, descrivendo come fosse il rito del battesimo rito molto antico:
      Il rito del Battesimo che egli predicava , qualunque fosse il suo significato per quei tempi, era un antico rito proveniente dall’antico tempio sumero di Eridu, del Dio dell’acqua Ea, Il Dio nella casa dell’acqua, il cui simbolo è il decimo simbolo zodiacale, il Capricorno (bestia composta da una parte di capra e da un’altra di pesce), segno in cui il Sole entra al solstizio d’inverno come rinascita. Durante il periodo Ellenistico, Ea fu chiamato Oannes, che è in greco Ioannes, latino Johannes, ebraico Yohanan, inglese J0hn. Alcuni studiosi hanno suggerito, infatti, che non ci fu mai un Giovanni ne un Gesù, ma solamente un dio dell’acqua e uno del sole.

      Il cognome da lei menzionato è comunque molto presente in Italia nella regione della Puglia, seguita da quella della Campania e del Lazio:
      Link e fonte:
      http://www.cognomix.it/mappe-dei-cognomi-italiani/ANNESE

      Sparando di esserLe stata utile,
      Le auguriamo buona giornata,
      il team di E.din

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      • Grazie per la risposta. Bellissime coincidenze. Mia nonna paterna faceva per cognome Annese, io sono nata il 22/12 (solstizio d’inverno) e sono del segno del Capricorno 😀
        Bellissima davvero!
        A parte tutto, è davvero molto interessante scoprire quanto collegamenti ci siano andando a scavare. Grazie ancora, davvero gentilissimi. Buone feste!

        Carmela M.

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  1. le stelle sono abitate da innumerevoli esseri dalle innumerevoli fattezze, sappiamo che betelgeuse o ARDRA, che significa verde ed umida in arabo, mentre bet . el . geuse significa dimora degli EL o singir o semidei guardiani , In sumero. Uno dei pianeti antichissimi vicino a betelgeuse o ardra è Sh’iras, e i veda , sapevano che era abitato da saggissimi anfibi, che contribuirono, insieme ai liriani, alla creazione dei felinoidi di rigel ed ai draghi di vega, in tempi antichissimi, qualche miliardo di anni fà, i felinoidi, crearono i draconiani del draco, ( costellazione) e tantissime altre specie, plasmoidi- energetiche e fisiche, come la nostra. Gli an un na ki sono umanoidi rettili, di neber o nibiru, di un sistema poco distante dalla terra che si chiama buvanda in cielo, ossia del sistema di bhur, la nostra piccola capricciosa stella. Oannes, venne a portare pace ed ordine, dove anunnaki ed igigi ed igigu stavano per fare della terra, una semplice miniera d’oro, ma egli, impedì in parte questo, costringendo draks ed igigu a pagare un dazio: l’immissione dentro noi di una proto- intelligenza. Anunnaki ed igigu, entrarono in guerra, malgrado gli ordini del consiglio di betelgeuse-ardra e degli oannes sh’irasiani, ma a farsi male fummo anche noi, in quanto, alcuni di loro, igigi ed igigu( non i figli di anu, odierno imperatore degli anunnaki e di alalu ex predecessore di Anu, ormai asceso), divennero demoni.. e la storia, la conosciamo bene oggi… un disastro cosmico universale. Ma gli oannes sperano che con la prossima era dell’acquario, che, al contrario di quel che pensano molti, inizierà frà circa centocinquanta anni, tutto tornerà alla normalità! Auguri terra!

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