Di Fabio Garuti
Nell’ambito di una ricerca compiuta basandosi anche sul dato inoppugnabile fornito dalla immagine di un reperto, ci si trova ad analizzare oggetti molto particolari, a volte inspiegabili, che necessitano di un procedimento sia logico che Storico – Archeologico. Una spiegazione c’è sempre, ovviamente, a patto se non di accettare, ma almeno di iniziare a considerare realtà semi – sconosciute ed addentrandosi così, anzi affondando l’analisi, nell’ apparentemente ” non – possibile “. Alcuni mesi fa, mentre analizzavo i dati relativi al rapporto intercorso tra Popolazioni Scozzese del Nord Insulare e Sarda, mi fu inviata dalla gentile Signora Giusy Perri ( che ringrazio ) la fotografia di un reperto assolutamente inusuale. Uno stampo in pietra ( stampo litico, così definito ) scoperto in una tomba adiacente il complesso Archeologico di Gremanu Fonni, in Sardegna, e risalente ( datazione ufficiale con generica descrizione del reperto come ” PIETRA LAVORATA” ) ad un periodo intercorrente tra il terzo ed il secondo millennio avanti Cristo. Assai vago, per la verità, trattandosi di un soggetto così particolare ed assolutamente non considerato in sede ufficiale. La forma piramidale è evidente, e che si tratti , ovviamente, di una pietra lavorata lo capisce chiunque. Un tantino limitativo,a mio avviso.
Dalla immagine del reperto allegata all’articolo potete chiaramente evincere come si sia in presenza di qualcosa di strano, a dir poco. Premesso che l’arte della lavorazione del bronzo era appannaggio di una ristretta cerchia di eccellenti artigiani, e che nelle tombe di questi ultimi potevano essere poste testimonianze di tale arte, il soggetto è certamente di natura votiva, dato il contesto. La riproposizione di una piramide a diversi gradoni è evidente, e la cosa, unica nel proprio genere,lascia stupefatti. Continua a leggere