Un impatto cosmico provocò il raffreddamento di 13.000 anni fa?

Come periodo ci saremmo…… il fatto che il globo sia cosparso da una serie di cunicoli e caverne risalenti a periodi remoti, che alcuni siti vennero sotterrati di proposito, può determinare il sospetto che le generazioni dell’era precedente sapessero di questo catastrofico ed imminente evento? Questi eventi sarebbero stati in grado di variare il movimento terrestre e persino di influire sul magnetismo planetario?

Fonte:

http://www.lescienze.it/news/2015/07/28/news/imppatto_cosmico_raffreddamento_clima_dryas_recente-2708030/

ATLANTIDI – I tre diluvi che hanno cancellato la civiltà

di Diego Marin, Erik Schievenin, Ivan Minella

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L’8 Maggio 1953 Albert Einstein, il più grande fisico della storia, si complimentava con Charles Hutchins Hapgood, professore di Antropologia e Storia della scienza al Keene State College del New Hapshire. Nella prima lettera di un lungo scambio epistolare scriveva:

“Trovo veramente notevoli le sue argomentazioni e ho l’impressione che la sua ipotesi sia esatta. Non è possibile dubitare del fatto che spostamenti significativi della crosta terrestre abbiano avuto luogo più volte in un breve periodo di tempo “.
Scrisse poi nella prefazione al libro di Hapgood, “Earth’s Shifting Crust”:
“In ogni punto della superficie terrestre che è stato accuratamente studiato, molti dati empirici indicano che si sono verificati numerosi mutamenti climatici apparentemente repentini. Ciò è spiegabile, secondo Hapgood, se la crosta esterna della terra, praticamente rigida, subisce di tanto in tanto vaste dislocazioni…” H. Einstein.
La teoria suggerita da Hapgood si proponeva di spiegare, all’interno di un unico schema, l’avvento delle ere glaciali, nonché le concomitanti eruzioni vulcaniche su scala mondiale, le estinzioni di massa dei grandi mammiferi, le migrazioni di popolazioni verso il continente americano e l’inizio dell’agricoltura. Tutto rientrava nelle conseguenze di una dislocazione della crosta terrestre come un tutt’uno, sconnessa dal moto lento delle singole placche continentali. Tale fenomeno è stato identificato con certezza dalla geologia come responsabile, 535 milioni di anni fa, della più grande differenziazione delle specie animali, nota come “esplosione Cambriana” . Verso la metà degli anni Sessanta, aiutato dai suoi studenti, il professore iniziò ad esaminare una serie di mappe terrestri, antiche quanto precise, che riportavano regioni terrestri quali la Cina, le Americhe e zone dell’Antartide libere dai ghiacci, molto tempo prima che gli esploratori europei ne sondassero i contorni. Le antiche carte nautiche rappresenterebbero la terra prima dell’ultima dislocazione, quando il Nord America era coperto dai ghiacci e un terzo dell’Antartide ne era invece libera. In quel tempo, popoli di cacciatori-raccoglitori si rifugiarono dalla marea in alta montagna, mentre “le città costruite in pianura e sulla sponda del mare andarono completamente distrutte. Qualche mandria di buoi e gregge di capre, per puro caso scamparono alla morte in qualche anfratto. Furono questi rari armenti che essi portavano al pascolo e che in quegli inizi permisero loro di sopravvivere” . Ciò presume che l’emergere dell’agricoltura, di cui l’allevamento degli armenti rappresenta il primo passo, non sia che la rinascita di un’attività appresa tanto tempo prima. Alle origini dell’agricoltura si interessò, nel 1886, Alphonse de Candolle:
“Per scoprire l’origine geografica di una specie coltivata, uno dei mezzi più diretti consiste nel ricercare in quale paese essa cresce spontaneamente senza il ricorso dell’uomo “.

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Il famoso botanico sovietico Nikolai Ivanovich Vavilov (1887-1943), accogliendo l’approccio di Candolle, raccolse in pochi anni più di cinquantamila piante selvatiche di tutto il mondo e individuò otto centri indipendenti di origine delle più importanti piante coltivate, ipotizzando una relazione diretta fra gli otto centri e le più alte catene montuose della terra. Inizialmente, la zona di sviluppo dei vegetali più coltivati nel Vecchio Mondo si trovava nella fascia tra i venti e i quarantacinque gradi di latitudine nord, vicino alle maggiori catene montuose: l’Himalaia, l’Hindu Kush, il Caucaso, i Balcani e gli Appennini. Nel Nuovo Mondo essa correva in direzione longitudinale, conformandosi però in entrambi i casi alla direzione delle grandi catene montuose. Vavilov dimostrò che le coltivazioni più diffuse derivavano da piante originariamente situate su montagne. I superstiti del diluvio, terrorizzati all’idea di un’altra alluvione, si rifugiarono sulle montagne e tramandarono le conoscenze antiche, specie quelle relative all’agricoltura . Dislocandosi la crosta, alcune regioni si spostarono verso l’equatore e divennero più calde. Altre furono sospinte verso i poli ed infine alcune rimasero climaticamente immutate. Solo tre regioni assicurarono stabilità climatica e terre d’alta quota, situate a metà strada tra l’attuale linea equatoriale e la precedente. L’agricoltura tropicale iniziò in questi luoghi 15.000 anni fa, a più di millecinquecento metri sul livello del mare. In Sud America l’agricoltura rifiorì presso il lago Titicaca. Solo in questa zona delle Americhe le piante e gli animali non dovettero migrare per sopravvivere. Qui si coltivarono per la prima volta le patate e si allevarono i lama ed i porcellini d’India. Agli antipodi, il riso fu coltivato per la prima volta a Spirit Cave, sugli altipiani tailandesi. Sugli altipiani etiopici, vicino alle sorgenti del Nilo Blu, venne coltivato per la prima volta il miglio. Com’è possibile che ciò accadde contemporaneamente senza l’intervento di una forza esterna? Lo scorrimento della crosta innescò lo scioglimento delle “vecchie” calotte glaciali ma, come vedremo, ciò avvenne in tre rapidi episodi di cui il primo 15.000 anni fa, il secondo 11.600 anni fa ed il terzo 9.000 anni fa. Dopo quest’ultimo l’agricoltura sembrò nascere, o presumibilmente rinascere, anche in Egitto, Creta, Mesopotamia, India, Cina, anche in questo caso con una concomitanza di tempi incredibile. Secondo Platone, prima della dislocazione, una fiorente civiltà abitava un’isola grande quanto gli Stati Uniti, scavata da una fitta rete di canali, con capitale Atlantide. I suoi abitanti, i Pelasgi, scavarono la metropoli nella roccia secondo una pianta a cerchi concentrici. L’anello esterno ospitava per lo più commercianti, mentre verso l’interno si incontravano giardini, piste, camminamenti e palazzi, fino al centro urbano ed i suoi imponenti templi. Un diluvio la cancellò per sempre e costrinse i sopravvissuti ad emigrare.

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Fonte: Antonio Soritto e la sua pagina FB Curiosando in Alto e in basso

https://www.facebook.com/pages/Curiosando-in-Alto-e-in-Basso/234937163378952

ATLANTIDE ATTRAVERSO LA LETTERATURA NEL CORSO DEI SECOLI

Di Mariagrazia Caterina

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I dialoghi di Platone Timeo e Crizia, scritti intorno al 360 a.C., contengono i primi riferimenti ad Atlantide. Platone introduce Atlantide nel Timeo:

«Innanzi a quella foce stretta che si chiama colonne d’Ercole, c’era un’isola. E quest’isola era più grande della Libia e dell’Asia insieme, e da essa si poteva passare ad altre isole e da queste alla terraferma di fronte. […] In tempi posteriori […], essendo succeduti terremoti e cataclismi straordinari, nel volgere di un giorno e di una brutta notte […] tutto in massa si sprofondò sotto terra, e l’isola Atlantide similmente ingoiata dal mare scomparve.»
(Platone, Timeo, Capitolo III.)
I quattro personaggi che compaiono in entrambi i dialoghi di Platone sono due filosofi, Socrate e Timeo di Locri, e due politici, Ermocrate e Crizia, benché il solo Crizia parli di Atlantide. Nelle sue opere Platone fa ampio uso dei dialoghi socratici per discutere di posizioni contrarie nel contesto di una supposizione.

Nel Timeo all’introduzione segue un resoconto della creazione e della struttura dell’universo e delle antiche civiltà. Nell’introduzione Socrate riflette sulla società perfetta, già descritta in Platone nella Repubblica (c. 380 a.C.), chiedendo se lui e i suoi ospiti possano ricordare una storia che esemplifica tale società. Crizia menziona un racconto storico che presumibilmente avrebbe costituito l’esempio perfetto e prosegue descrivendo Atlantide, come riportato nel Crizia. Nel suo racconto, l’antica Atene sembra costituire la “società perfetta” e Atlantide la sua avversaria, che rappresentano l’antitesi dei tratti “perfetti” descritti nella Repubblica.

Secondo Crizia, le antiche divinità divisero la terra in modo che ogni dio potesse avere un lotto; a Poseidone fu lasciata, secondo i suoi desideri, l’isola di Atlantide. L’isola era più grande dell’antica Libia (Nord Africa) e dell’Asia Minore (Anatolia) messe assieme, ma in seguito venne affondata da un terremoto e diventò un banco di fango impraticabile, impedendo di viaggiare in qualsiasi parte dell’oceano. Gli egiziani, affermava Platone, descrivevano Atlantide come un’isola composta per lo più di montagne nella parte settentrionale e lungo la costa, “mentre tutt’intorno alla città vi era una pianura, che abbracciava la città ed era essa stessa circondata da monti che discendevano fino al mare, piana e uniforme, tutta allungata, lunga tremila stadi [circa 555 km] sui due lati e al centro duemila stadi [circa 370 km] dal mare fin giù. […] a una distanza di circa cinquanta stadi [9 km], c’era un monte, di modeste dimensioni da ogni lato […] L’isola, nella quale si trovava la dimora dei re, aveva un diametro di cinque stadi” [circa 0,92 km].

Nel Timeo si racconta di come Solone, giunto in Egitto, fosse venuto a conoscenza da alcuni sacerdoti egizi di un’antica battaglia avvenuta tra gli Atlantidei e gli antenati degli Ateniesi, che avrebbe visto vincenti i secondi. Secondo i sacerdoti, Atlantide era una monarchia assai potente, con enormi mire espansionistiche. Situata geograficamente oltre le Colonne d’Ercole, politicamente controllava l’Africa fino all’Egitto e l’Europa fino all’Italia. Proprio nel periodo della guerra con gli Ateniesi un immenso cataclisma fece sprofondare l’isola nell’Oceano, distruggendo per sempre la civiltà di Atlantide.

Pianta schematica della capitale di Atlantide basata sulla descrizione di Platone
Nel dialogo successivo, il Crizia, rimasto incompiuto, Platone descrive più nel dettaglio la situazione geopolitica di Atlantide, collocando il tutto novemila anni prima.

Crizia racconta che il dio Poseidone s’innamorò di Clito, una fanciulla dell’isola, e «recinse la collina dove ella viveva, alternando tre zone di mare e di terra in cerchi concentrici di diversa ampiezza, due erano fatti di terra e tre d’acqua», rendendola inaccessibile agli uomini, che all’epoca non conoscevano la navigazione. Rese inoltre rigogliosa la parte centrale, occupata da una vasta pianura, facendovi sgorgare due fonti, una di acqua calda e l’altra di acqua fredda. Poseidone e Clito ebbero dieci figli, il primo dei quali, Atlante, sarebbe divenuto in seguito il governatore dell’impero. La civiltà atlantidea divenne una monarchia ricca e potente e l’isola fu divisa in dieci zone, ognuna governata da un figlio del dio del mare e dai relativi discendenti. La terra generava beni e prodotti in abbondanza, e sull’isola sorgevano porti, palazzi reali, templi e altre maestose opere. Al centro della città vi era il santuario di Poseidone e Clito, lungo uno stadio (177 metri), largo tre plettri ed alto in proporzione, rivestito di argento al di fuori e di oricalco, oro e avorio all’interno, con al centro una statua d’oro di Poseidone sul suo cocchio di destrieri alati, che arrivava a toccare la volta del tempio.

Ognuno dei dieci re governava la propria regione di competenza, e tutti erano legati gli uni agli altri dalle disposizioni previste da Poseidone e incise su una lastra di oricalco posta al centro dell’isola, attorno a cui si riunivano per prendere decisioni che riguardavano tutti. Crizia descrive anche il rituale da eseguire prima di deliberare, che prevedeva una caccia al toro armati solo di bastoni e una libagione con il sangue dell’animale ucciso, seguita da un giuramento e da una preghiera. La virtù e la sobrietà dei governanti durò per molte generazioni, finché il carattere umano ebbe il sopravvento sulla loro natura divina. Caduti preda della bramosia e della cupidigia, gli abitanti di Atlantide si guadagnarono l’ira di Zeus, il quale chiamò a raccolta gli dèi per deliberare sulla loro sorte.

Per ragioni sconosciute il dialogo Crizia non fu mai completato.

Il filosofo Crantore da Soli, allievo di Senocrate, a sua volta allievo di Platone, è spesso citato come esempio di autore che ritenne la storia un fatto storico. La sua opera, un commento al Timeo di Platone, è perduta, ma essa è riferita da Proclo, uno storico classico che scrisse sette secoli dopo. Un altro studioso dell’antichità che credette nell’esistenza del luogo mitico citato da Platone fu Posidonio di Rodi (II-I secolo a.C.), secondo quanto riferisce Strabone.

Il racconto di Platone sull’Atlantide può inoltre avere ispirato imitazioni parodiche: scrivendo solo poche decadi dopo il Timeo e Crizia, lo storico Teopompo di Chio narrò di una terra in mezzo all’oceano conosciuta come Meropide (ovvero terra di Merope). Questa descrizione era inclusa nel libro VIII della sua voluminosa Filippica, che contiene un dialogo tra re Mida e Sileno, un compagno di Dioniso. Sileno descrive i Meropidi, una razza di uomini che crescevano al doppio dell’altezza normale e abitavano due città sull’isola di Meropis (Cos?): Eusebes (Εὐσεβής, “città pia”) e Machimos (Μάχιμος, “città combattente”). Egli inoltre scrive che un’armata di dieci milioni di soldati attraversarono l’oceano per conquistare Iperborea, ma abbandonarono tale proposito quando si resero conto che gli Iperborei erano il popolo più fortunato del mondo. Heinz-Günther Nesselrath ha argomentato che questi e altri dettagli della storia di Sileno sono intesi come imitazioni ed esagerazioni della storia di Atlantide, allo scopo di esporre al ridicolo le idee di Platone.

Zotico, un filosofo neoplatonico del III secolo a.C., scrisse un poema epico basato sul racconto di Platone.

Diodoro Siculo (I secolo a.C.) – confermato sostanzialmente da Plinio il Vecchio (I secolo d.C.) – collocava la capitale di Atlantide a Kerne, avamposto cartaginese sulla costa atlantica dell’Africa fondato da Annone il Navigatore: probabilmente nel Rio de Oro, ex Sahara spagnolo.

Lo storico romano del IV secolo d.C. Ammiano Marcellino, dissertando sulle perdute opere di Timagene, uno storico attivo nel I secolo a.C., scrive che i Druidi della Gallia riferirono che parte degli abitanti di quella terra erano migrati lì da isole lontane. Alcuni hanno inteso che si parlasse di sopravvissuti di Atlantide giunti via mare nell’Europa occidentale, ma Ammiano in realtà parla di “isole e terre oltre il Reno”, un’indicazione che gli immigrati in Gallia vennero dal Nord (Britannia, Olanda o Germania). Secondo Diodoro Siculo, comunque, i Celti che venivano dall’oceano adoravano gli dei gemelli Dioscuri che apparvero loro provenienti dall’oceano.

Un trattato ebraico sull’astronomia computazionale datato al 1378-1379, apparentemente una parafrasi di una precedente opera islamica a noi ignota, allude al mito di Atlantide in una discussione concernente la determinazione dei punti zero per il calcolo della longitudine.

Epoca moderna

Olaus Rudbeck (1630 – 1702) svela la “verità” su Atlantide ai suoi “predecessori” Esiodo, Platone, Aristotele, Apollodoro, Tacito, Odisseo, Tolomeo, Plutarco e Orfeo. Da Atland eller Manheim, 1679-89.
Riscoperta dagli umanisti nell’era moderna, la storia di Platone ha ispirato le opere utopiche di numerosi scrittori dal Rinascimento in poi. La scoperta dell’America, inoltre, pose subito il problema di una qualche sua conoscenza previa, e dunque anche il problema della discendenza e dell’origine della umanità americana del tutto inaspettata nella cultura europea dell’epoca. Così, la prima Atlantide moderna è stato il Nuovo Mondo.

Lo scienziato Olaus Rudbeck (1630 – 1702) scrisse nel 1679-1702 Atlantica (Atland eller Manheim), un lungo trattato dove sostenne che la propria patria, la Svezia, era la perduta Atlantide, la culla della civiltà, e lo svedese era la lingua di Adamo da cui si sarebbero evoluti latino ed ebraico.

The Chronology of the Ancient Kingdoms Amended (1728, postumo) di Isaac Newton studia una varietà di collegamenti mitologici con Atlantide.

Alla metà e nel tardo Ottocento numerosi rinomati studiosi mesoamericani, a partire da Charles-Etienne Brasseur de Bourbourg, tra i quali Edward Herbert Thompson e Augustus Le Plongeon proposero l’idea che Atlantide fosse in qualche maniera correlata alla civiltà Maya e alla cultura azteca. La pubblicazione nel 1882 di Atlantis: the Antediluvian World di Ignatius L. Donnelly stimolò un notevole interesse popolare per Atlantide. Donnelly prese seriamente il resoconto di Platone su Atlantide e tentò di stabilire che tutte le antiche civiltà conosciute discendessero da questa progredita cultura del Neolitico.

Ignatius L. Donnelly (1831 – 1901)
Nel corso della fine dell’Ottocento le idee sulla natura leggendaria di Atlantide si combinarono con storie di altre terre perdute come Mu e Lemuria.Helena Blavatsky scrisse nel suo libro La dottrina segreta (1888) che gli Atlantiani erano eroi culturali (contrariamente a Platone, che li descrive dediti principalmente alle cose militari), e che erano la quarta “Razza radicale” (Root Race), a cui successe la “razza ariana”. Rudolf Steiner scrisse dell’evoluzione culturale di Mu o Atlantide. Il sensitivo americano Edgar Cayce menzionò Atlantide per la prima volta nel 1923, asserendo in seguito che essa era collocata nei Caraibi e proponendo che fosse un’antica civiltà, altamente evoluta, ora sommersa, dotata di forze navali e aeree mosse da una misteriosa forma di cristallo di energia. Egli predisse inoltre che delle parti di Atlantide sarebbero riemerse nel 1968 o 1969. La Bimini Road, una formazione rocciosa sommersa con pietre rettangolari appena al largo di North Bimini Island, è stata descritta come una possibile prova di questa civiltà.

Si è sostenuto che prima del tempo di Eratostene (250 a.C. circa), autori greci avessero collocato le Colonne d’Ercole nello Stretto di Sicilia, ma non ci sono prove di tale ipotesi. Secondo Erodoto (c. 430 a.C.) una spedizione fenicia circumnavigò l’Africa con il benestare del faraone Necho II, navigando a sud sotto il Mar Rosso e l’Oceano Indiano e verso nord nell’Atlantico, facendo ritorno nel Mediterraneo attraverso le Colonne d’Ercole. La sua descrizione dell’Africa nord-occidentale rende molto chiaro che localizzò le Colonne d’Ercole precisamente dove sono oggi. Malgrado questo, la credenza che le Colonne fossero collocate nello Stretto di Sicilia prima di Eratostene è stata citata in alcune ipotesi sulla collocazione di Atlantide.

Il sensitivo americano Edgar Cayce (1877 – 1945)
Il concetto di Atlantide attrasse anche i teorici nazisti. La teoria del ghiaccio cosmico (1913) di Hanns Hörbiger (1860-1931) aveva infatti conquistato un vasto appoggio popolare in Germania e venne promossa dal regime nazista per le sue implicazioni razziali. Hörbiger riteneva che la Terra fosse soggetta a periodici cataclismi provocati della caduta di una serie corpi celesti che da comete erano diventati satelliti; la sommersione di Atlantide e di Lemuria sarebbero state provocate dalla cattura dell’attuale satellite della Terra, la Luna. I periodi di avvicinamento dei satelliti avrebbero provocato (per diminuzione della gravità) la nascita di stirpi di giganti di cui parlano la varie mitologie.Alfred Rosenberg (Mito del XX secolo, 1930) parlò di una razza dominante “nordico-atlantiana” o “ariano-nordica”. Nel 1938 l’alto ufficiale Heinrich Himmler (allora capo supremo delle forze dell’ordine del Terzo Reich) organizzò una ricerca in Tibet allo scopo di trovare le spoglie degli Atlantidei bianchi. Secondo Julius Evola (Rivolta contro il mondo moderno, 1934) gli Atlantiani erano Iperborei: superuomini nordici originari del Polo Nord (vedi Thule).

Da quando la deriva dei continenti divenne largamente accettata nel corso degli anni sessanta, la popolarità di buona parte delle teorie sul “continente perduto” di Atlantide iniziò a svanire, mentre si cominciava ad accettare ampiamente la natura immaginaria degli elementi della storia di Platone.

Le ipotesi sulla collocazione

« La ricerca di Atlantide colpisce le corde più profonde del cuore per il senso della malinconica perdita di una cosa meravigliosa, una perfezione felice che un tempo apparteneva al genere umano. E così risveglia quella speranza che quasi tutti noi portiamo dentro: la speranza tante volte accarezzata e tante volte delusa che certamente chissà dove, chissà quando, possa esistere una terra di pace e di abbondanza, di bellezza e di giustizia, dove noi, da quelle povere creature che siamo, potremmo essere felici… »
(L. Sprague de Camp)

Alcuni tuttavia hanno cercato di immaginare Atlantide come un luogo realmente esistito, o quantomeno di identificare gli elementi storici e geografici che possono avere originato il racconto di Platone.

Dai tempi di Donnelly, ci sono state dozzine – o meglio centinaia – di proposte di localizzazione per Atlantide, al punto che il suo nome è divenuto un concetto generico, indipendente dal racconto di Platone. Questo è riflesso dal fatto che, in effetti, molti dei siti proposti non sono affatto nell’ambito dell’Oceano Atlantico. Si tratta a volte di ipotesi di accademici o archeologi, mentre altre si devono a sensitivi o ad altri ambiti parascientifici. Molti dei siti proposti condividono alcune delle caratteristiche della storia originale di Atlantide (acque, fine catastrofica, periodo di tempo rilevante), ma nessuno è stato (e non avrebbe potuto o mai potrebbe essere) dimostrato come la “vera” Atlantide storica o platonica.

Le ipotesi sull’effettiva collocazione di Atlantide sono le più svariate. Se è vero che Platone nei suoi due dialoghi parla esplicitamente di “un’isola più grande della Libia e dell’Asia Minore messe insieme” (cioè il Nord Africa conosciuto al tempo e l’Anatolia) oltre le Colonne d’Ercole (che si suppone fossero sullo Stretto di Gibilterra), alcuni studiosi, vista l’effettiva difficoltà nell’immaginarsi un’isola-continente nell’Atlantico scomparsa in breve tempo senza lasciare pressoché nessuna traccia, hanno scelto collocazioni alternative.

America
Dapprima si è pensato all’America, che in effetti è un continente in mezzo all’Oceano (Atlantico) che però ai tempi di Platone non era per nulla conosciuto e che, per quanto se ne sappia, non ha conosciuto cataclismi recenti.

Alcuni hanno voluto vedere, male interpretando le mappe turche dell’America meridionale del primo Cinquecento come la mappa di Piri Reìs, la rappresentazione di Atlantide nell’estremo Sud, proprio dopo la Terra del Fuoco, fra l’America meridionale e l’Antartide. Secondo costoro infatti è probabile che l’Antartide, un tempo terra fertile e rigogliosa, sia stata la sede di Atlantide. I sostenitori di questa ipotesi parlano di resti di vegetazione datati all’analisi al carbonio 14 come risalenti a 50.000 anni fa, lasciando supporre che l’Antartide fosse sgombro dai ghiacci, ma questi dati sono riconosciuti come pseudoscientifici e mai replicati, anche perché tutta la ricerca sull’Antartide (e in particolare i carotaggi nei depositi glaciali) conferma come 50.000 anni fa il continente di ghiaccio fosse prossimo al picco glaciale, e quindi notevolmente più freddo di oggi. Tutta la ricerca storico-scientifica ha visto nelle stesse mappe solo delle rappresentazioni dell’America Meridionale, con alcuni errori (anche voluti) assai ben spiegabili nella prassi dell’epoca. Infine altri ancora identificherebbero Atlantide con un altro ipotetico continente perduto, Lemuria, situato fra l’Africa e l’India.

Alcuni, sulla base dell’assonanza dei nomi e di una somiglianza etimologica, hanno accostato Aztlán, la leggendaria terra d’origine degli Aztechi, all’Atlantide narrata da Platone. Il Codice Boturini descrive Aztlán come “un’isola in mezzo a una distesa d’acqua”. La teoria, come molte altre analoghe, non ha avuto alcun riscontro scientifico.

Altra ipotetica collocazione è, secondo alcuni tra cui il sensitivo Edgar Cayce, nel Mar dei Sargassi: i fenici, secondo lui, conoscevano le Azzorre e lungo la faglia atlantica non sono sconosciuti casi di emersione e affondamento di isole, anche in tempi storici recenti; si tratta comunque di piccole isole e non di continenti che potessero ospitare fiumi navigabili come nel racconto di Platone.

Il geologo inglese Jim Allen sostiene che Atlantide si trovasse in Bolivia, nell’area dell’Altiplano, basandosi sulla presenza di una piana rettangolare corrispondente alle dimensioni specificate da Platone e di depressioni concentriche ad arco di cerchio subito a est della città di Pampa Aullagas, da lui identificate con i canali della capitale. In Brasile l’archeologo e antropologo francese Marcel Homet indagò sui resti di un antico popolo che egli riteneva discendere dalla civiltà di Atlantide.

Nel Mediterraneo

Ipotesi sulla diffusione delle ceneri dell’esplosione dell’isola di Thera

Foto da satellite dell’isola di Santorini, uno dei molti luoghi in cui si è ipotizzata la collocazione di Atlantide
La maggior parte delle ipotesi avanzate di recente indicano la collocazione della mitica isola non più nell’Oceano o in altri luoghi troppo remoti (ormai scartati per motivi geologici, cronologici e storici), ma più vicino, nel Mediterraneo o nei suoi immediati dintorni, dove Platone più probabilmente poteva avere tratto i vari elementi per costruire il suo racconto. Le conoscenze geografiche dei greci all’epoca di Platone erano infatti molto vaghe e limitate al bacino del Mediterraneo, ed erano in realtà sufficientemente precise solo nell’ambito dell’Egeo.

Altri hanno pensato al deserto del Sahara, che in un periodo passato potrebbe essere stato fertile ed aver ospitato molte persone, ma la descrizione di Platone non trova molte corrispondenze.

Creta
Una tra le teorie più singolari, studiata e approfondita nella prima metà del Novecento, sostiene che il mito di Atlantide non sarebbe altro che la memoria, deformata e ingigantita, della Civiltà minoica (civiltà cretese dell’età del bronzo), che ebbe fine intorno al 1450 a.C., in circostanze non ancora ben chiarite. La causa potrebbe essere l’esplosione del vulcano dell’isola di Thera, attualmente Santorini, che provocò lo sprofondamento parziale dell’isola e giganteschi terremoti: l’esplosione di Thera avrebbe propagato nel Mediterraneo una terrificante onda anomala in grado di spazzare via gli insediamenti lungo le coste (le onde si sarebbero diffuse in tutto il bacino dell’Egeo in sole due ore, raggiungendo un’altezza di circa trenta metri), a cui sarebbero seguite entro due-tre giorni le ceneri riversate dall’esplosione vulcanica. Uno studio recente ha inoltre evidenziato delle analogie letterarie tra il testo platonico su Atlantide e alcuni canti dell’Odissea di Omero.

Sardegna
Una teoria analoga è stata avanzata anch’essa recentemente dal giornalista italiano Sergio Frau nel suo libro Le colonne d’Ercole (2002): le “colonne” di cui parla Platone andrebbero identificate con il canale di Sicilia (che è assai turbinoso, come descrive Platone le Colonne), dunque l’isola di Atlantide sarebbe in realtà la Sardegna: il popolo che edificò i nuraghi coinciderebbe allora con il misterioso popolo dei Shardana o Šerden (dai quali appunto si vorrebbe che la Sardegna abbia preso il nome), citati tra i “popoli del mare” che secondo le cronache degli antichi egizi tentarono di invadere il Regno d’Egitto. Alcuni Šhardana sarebbero quindi emigrati nella penisola italica, dove avrebbero dato origine alla civiltà etrusca. Un passo della descrizione platonica si vuole coincida con la forma della Sardegna: “Una pianura (il Campidano) che attraversa l’isola in senso longitudinale (ha coste ad est e ad ovest), situata tra due zone montuose a nord e a sud; le coste sono alte e rocciose, scoscese”. Del resto, la Sardegna possiede ancora oggi zone pianeggianti situate alcuni metri sotto il livello del mare e ciò fa pensare che, essendo una terra geologicamente troppo antica per subire o aver subito catastrofi naturali di dimensioni troppo elevate, possa invece esser stata soggetta in passato a cataclismi legati al mare, il cui territorio probabilmente non avrebbe potuto respingere a causa appunto dell’altezza della sua superficie rispetto a quella marina. Oltretutto la mancanza di terremoti avrebbe permesso una grande espansione edilizia all’interno dell’isola, che all’epoca sarebbe potuta apparire in maniera notevolmente diversa. La “fine” di Atlantide in questo caso viene interpretata con la diffusione della malaria nell’isola.

Cipro
Alcuni identificano con l’isola di Cipro i resti del continente di Atlantide.

Spagna
Una tra le molte teorie recenti collocherebbe Atlantide in Spagna, precisamente in Andalusia, vicino Cadice. È l’opinione dello studioso tedesco Rainer Kuehne che si avvale di rilevazioni satellitari, attribuite però a Georgeos Dìaz-Montexano. Qualcosa combacia, come la forma delle strutture rilevate e l’ambientazione vicino a montagne (in questo caso la Sierra Morena e la Sierra Nevada), come le descrizioni di Platone, in cui sono anche presenti ricche miniere di rame. Tuttavia, se avesse ragione Kuehne, non si tratterebbe di un’isola, come vuole la tradizione, e le dimensioni rilevate dal satellite non combaciano con quelle di Platone.

Comunque sia, ovunque la si voglia situare, Atlantide affascina soprattutto per i miti che avvolgono il suo popolo e la sua fine.

Atlantide nei media

Le rovine di Atlantide in un’illustrazione di Alphonse de Neuville e Edouard Riou, dall’edizione di Hetzel di Ventimila leghe sotto i mari di Jules Verne
Ad Atlantide sono state dedicate alcune migliaia di libri e saggi. Un catalogo bibliografico incompleto della letteratura sull’Atlantide, compilato nel 1926 da J. Gattefossé e C. Roux, comprendeva 1700 titoli. La breve narrazione di Platone (di circa una decina delle attuali pagine) dunque ha fatto probabilmente scorrere più inchiostro del resto del suo intero corpus filosofico.Una lista completa delle apparizioni di Atlantide nei mass media moderni potrebbe essere troppo estesa per poterla inserire qui. Eccone solo alcune.

Narrativa

Il classico di Jules Verne Ventimila leghe sotto i mari (1870) comprende una visita alle rovine sommerse di Atlantide a bordo del sottomarino Nautilus del Capitano Nemo.
Atlatide è un romanzo fantastico avventuroso di Yambo (Enrico Novelli) del 1901; da esso lo stesso autore trasse il fumetto Gli uomini verdi (1935), una delle primissime storie italiane di fantascienza a fumetti.
Nel suo celebre romanzo L’Atlantide (1919), Pierre Benoît immagina i discendenti del continente perduto nel deserto del Sahara; il romanzo di Benoît ha ispirato la maggior parte dei film successivi sul tema.
Nel romanzo Aelita (1922), Aleksej Nikolaevič Tolstoj fa ritrovare i superstiti degli atlantidei sul pianeta Marte.
Il romanzo breve di Arthur Conan Doyle L’abisso di Atlantide (The Maracot Deep, 1929) narra le avventure di tre scienziati che scoprono, con l’ausilio di un batiscafo ottocentesco, una civiltà ancora fiorente sul fondo dell’oceano Atlantico. Tale popolazione approverebbe i Dialoghi di Platone.
Lost Continent, un racconto parte dei Libri di Aleister Crowley, offre un resoconto fantastico basato sulle idee di Crowley sulla civiltà ideale, con accenni di satira socio-politica.
La caduta dell’isola di Númenor ne Il Silmarillion (1977) di Tolkien ricorda molto da vicino il mito di Atlantide. Nella cornice dell’opera, l’evento viene ricordato come “La Caduta” – che nella lingua elfica inventata da Tolkien diventa “Atalantë”. Dato che l’opera di Tolkien intende descrivere una “mitologia immaginaria” del nostro mondo, l’implicazione evidente è che Númenor sia di fatto Atlantide.
Le luci di Atlantide (Web of Light – Web of Darkness, 1983; nelle successive edizioni: Fall of Atlantis) di Marion Zimmer Bradley
In Buona Apocalisse a tutti! (1990) di Neil Gaiman e Terry Pratchett, il giovane Anticristo fa risorgere Atlantide dalle acque.
Il romanzo fantascientifico Il codice di Atlantide (2001) di Stel Pavlou presenta Atlantide, situata al Polo Sud, come la città “sopita” di un’antica civiltà molto avanzata, pronta però a risvegliarsi come una bomba ad orologeria nel momento (previsto dagli atlantidi con calcoli astronomici) in cui il Sole avrebbe messo in pericolo la Terra.
Clive Cussler, Atlantide (2002). Dirk Pitt (l’eroe creato dall’autore) alla scoperta dei segreti degli Amenes tra mille pericoli nell’Oceano Antartico.
Nel romanzo per ragazzi Nina e l’Occhio Segreto di Atlantide (2005) della scrittrice italiana Moony Witcher, Nina raggiunge Atlantide per liberare l’arcano dell’Acqua intrappolato dal conte Karkon.
In cerca di Atlantide (2007), thriller di Andy McDermott
Cronache di Atlantide (2010), romanzo di Steve Coldwell, basato sul racconto platonico.

PERCHE’ L’UOMO DI CRO-MAGNON E’ UN’ANOMALIA?

Di E.din: La Terra degli Anunnaki

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L’uomo di Cro Magnon appare all’improvviso in Europa e Nord Africa. Perdurò dai 40.000 a circa 12.000 anni fa.

Le sue peculiarità sono quelle di essere una razza bella, provvista di occhi azzurri, alta di statura, grande massa cerebrale, e nel complesso, superiore a molte delle razze esistenti dell’umanità dell’epoca. Il Cro Magnon avrebbe dovuto avere un cervello più corto e più piccolo rispetto alla media del cervello appartenente all’uomo di oggi.
La sua cultura ha un’origine non distinguibile. La sua cultura era nettamente superiore agli altri che lo circondavano. Sia dal punto di vista degli strumenti fabbricati, che da un punto di vista prettamente artistico. La loro cultura sembra deviare da altri luoghi aventi un livello culturale già sviluppato.
Indossa dei vestiti. Gli abiti sono cuciti. Indossa delle scarpe e un cappello. Gli uomini si radevano.
Le sue origini e il luogo di provenienza è ancora ignoto. La sua struttura scheletrica non trova tracce di sviluppo proveniente da qualsiasi altra zona circostante. Continua a leggere

LE TAVOLE SMERALDINE: PARTE X TAVOLA IX

THOTH L’ATLANTIDEO E LE SUE TAVOLE

PARTE X

TAVOLA IX

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LA CHIAVE DELLA LIBERTA’ DALLO SPAZIO

Ascolta, oh uomo, senti la mia voce che ti insegna la Saggezza e la Luce in questo ciclo, t’insegna come allontanare l’Oscurità, t’insegna come portare la Luce nella tua vita.

Cerca, oh uomo, di trovare il grande percorso che conduce alla Vita eterna come un Sole.

Allontanati dal velo dell’Oscurità. Cerca di diventare una Luce nel mondo. Fai di te stesso un recipiente di Luce, un focus per il Sole di questo spazio.

Alza gli occhi al Cosmo. Alza gli occhi alla Luce. Parla con le parole dell’Abitante, con il canto che richiama la Luce. Canta la canzone della libertà. Canta la canzone dell’Anima. Crea l’alta vibrazione che ti renderà Uno con il Tutto. Fondi tutto te stesso con il Cosmo. Cresci nell’Uno con la Luce. Sii un canale dell’ordine, un percorso della Legge al mondo.

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LE TAVOLE SMERALDINE: PARTE XVI TAVOLA XV

THOTH L’ATLANTIDEO E LE SUE TAVOLE

PARTE XVI

TAVOLA XV

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IL SEGRETO DEI SEGRETI

Ora vi riunisco, figli miei, che aspettate di ascoltare il Segreto dei Segreti che vi darà il potere di svelare l’Uomo-Dio, e vi darà la via alla vita Eterna.

Parlerò chiaramente di Misteri Svelati. Non vi farò discorsi oscuri. Ascoltate adesso, figli miei. Ascoltate ed obbedite alle parole che dirò.

Prima parlerò dei ceppi dell’oscurità che vi legano in catene alla sfera della Terra.

Tenebra e Luce sono entrambi di una natura, diverse solo in apparenza, perché ognuna sorge dalla fonte di Tutto.

La Tenebra è disordine.

La Luce è Ordine.

La Tenebra trasformata è Luce della Luce.

Questa, figli miei, è la vostra meta in essere: la trasformazione della tenebra in Luce.

Ora ascoltate il mistero della natura, le relazioni della vita alla Terra dove dimora.

Sappi che per natura sei triplice, fisico, astrale e mentale in uno.

Tre sono le qualità di ogni natura: nove in tutto, come sopra, così sotto.

Nel fisico i canali sono questi, il Sangue che si muove in moto vorticoso, reagendo sul cuore per continuare il suo battito, il Magnetismo che si muove attraverso il percorso nervoso, portatore di energie a tutte le cellule ed ai tessuti, l’Akasha che fluisce attraverso i canali, sottile ma fisica, perfezionandoli.

Ognuno dei tre sintonizzato con gli altri, ognuno inerente alla vita del corpo.

Formano l’intelaiatura scheletrica attraverso cui fluisce il sottile etere. Il Segreto della Vita nel corpo si trova nella loro maestria. Lasciati solo per volere dell’adepto, quando il suo proposito di vivere è compiuto.

Tre sono le nature in Astrale, intermediario tra sopra e sotto: non del Fisico, non dello Spirituale, ma in grado di muoversi tra sopra e sotto.

Tre sono le nature della Mente, portatrice della Volontà del Grande Uno. Arbitro di Causa ed Effetto nella tua vita.

Così è formato l’essere triplice, diretto da sopra per il potere del Quattro.

Sopra e di là dalla triplice natura dell’uomo, c’è il regno del Sé Spirituale.

Quattro è in qualità, splendente in ognuno dei piani d’esistenza, ma Tredici in uno, il numero mistico.

Basati sulle qualità dell’uomo sono i Fratelli: ognuno deve dirigere lo spiegarsi dell’essere, ognuno deve essere canale del Grande Uno.

Sulla Terra l’uomo si trova in schiavitù, legato dallo spazio e dal tempo al piano della Terra.

Cingente ogni pianeta c’è un’onda di vibrazione, che lo vincola al suo piano di evoluzione. Eppure nell’uomo c’è la Chiave per liberarsi, nell’uomo si può trovare la libertà.

Quando avete liberato il sé dal corpo, vi alleggerirete dei legami esterni al vostro piano-terra. Pronunziate la parola Dor-E-Lil-La. Poi per un periodo la vostra Luce sarà sollevata, libera potrà oltrepassare le barriere dello spazio. Per un tempo della metà del sole (sei ore), potete passare liberi le barriere del piano-terra, vedere e conoscere coloro che sono di là da voi. Sì, potrete passare nei mondi più alti e vedere le vostre possibili altezze di compimento, conoscere tutti gli avvenimenti terreni dell’Anima.

Sei legato al tuo corpo, ma con il potere puoi essere libero. Questo è il Segreto per cui la schiavitù deve essere sostituita dalla libertà.

Lascia che la tua mente sia calma. Fai riposare il corpo: conscio solo della libertà dalla carne.

Concentrati sulla meta del tuo desiderio. Pensa di continuo ad essere libero. Pensa a questa parola: La-Um-I-L-Gan. Ripetutamente lasciala risuonare nella tua mente.

Lasciati trasportare dal suono al luogo del tuo desiderio. Libero dalla schiavitù della carne per tua volontà.

Ascolta mentre ti do il più grande dei segreti: come entrare nelle Sale di Amenti, come entrare nel luogo degli immortali come feci io, davanti ai Signori nei loro posti.

Mettiti supino con il corpo rilassato. Calma la tua mente in modo che il pensiero non ti disturbi. Devi essere puro nella mente e nel proposito, altrimenti arriverai solo al fallimento. Visualizza Amenti come te l’ho descritta nelle mie Tavole. Desidera con tutto il cuore di essere là. Con l’occhio della mente sii davanti ai Signori. Pronuncia (mentalmente) le parole di potere che ti do:

Mekut-El-Shab-El

Hale-Sur-Ben-El-Zabrut

Zin-Efrim-Quar-El.

Rilassa la mente ed il corpo. Poi sii certo che sarai chiamato.

Ora ti do la Chiave per Shambala, il luogo dove i miei Fratelli vivono nella tenebra: tenebra, ma colma di Luce del Sole.

Tenebra della Terra, ma Luce dello Spirito, guida per te quando il mio giorno sarà finito.

Rilassa il tuo corpo come ti ho insegnato. Oltrepassa le barriere del profondo, nascosto posto. Rimani davanti alle entrate ed ai loro guardiani. Ordina loro di lasciarti entrare con queste parole:

“Io sono la Luce. In me non c’è Oscurità. Sono libero dalla schiavitù della notte. Aprite la via dei Dodici e dell’Uno, così che io possa passare nei regni della saggezza”.

Se rifiutano, come certamente faranno, ordina loro di aprire con queste parole di potere:

“Io sono la Luce. Per me non esistono barriere.

Aprite, ve l’ordino, per il Segreto dei Segreti.

Edom-El-Ahim-Sabbert-Zur Adom”.

Quindi se le tue parole sono state la “Verità” più alta, per te sarà aperto e le barriere cadranno.

Ora, vi lascio, figli miei.

Giù, eppure su, andrò alle Sale.

Conquistate la via che vi porta a me, figli miei.

Diventerete veramente i miei fratelli.

Così termino le mie scritture.

Lasciate che siano Chiavi per chi verrà dopo.

Ma solamente per chi cerca la mia saggezza, perché solo per questi sono la Chiave e la Via.

http://www.youtube.com/watch?v=jxXqFGuyLNA

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LE TAVOLE SMERALDINE: PARTE XV TAVOLA XIV

THOTH L’ATLANTIDEO E LE SUE TAVOLE

PARTE XV

TAVOLA XIV

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DIVENENDO TRE VOLTE GRANDE

Ascolta, oh uomo, la profonda saggezza segreta, persa dal mondo sin dal tempo degli Abitanti, perduta e dimenticata dagli uomini di questa epoca.

Sappi che la Terra è un portale, custodito da poteri sconosciuti all’uomo. Eppure i Signori Neri nascondono l’entrata che conduce alla Terra nata in Cielo.

Sappi che la via alla sfera di Arulu è custodita da barriere aperte solo all’uomo nato nella Luce.

Sulla Terra sono detentore delle chiavi delle porte del Sacro Suolo.

Ho ordinato con poteri oltre ai miei, di lasciare le chiavi al mondo dell’uomo. Prima della mia dipartita, vi lascio i Segreti per liberarvi dalla schiavitù dell’Oscurità e gettare le catene della carne che vi hanno vincolato, e per elevarvi dalla tenebra alla Luce.

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LE TAVOLE SMERALDINE: PARTE XIV TAVOLA XIII

THOTH L’ATLANTIDEO E LE SUE TAVOLE

PARTE XIV

TAVOLA XIII

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LE CHIAVI DELLA VITA E DELLA MORTE

Ascolta, oh uomo, ascolta la mia saggezza. Ascolta il Verbo che ti colmerà di Vita. Ascolta il Verbo che vincerà la tenebra. Ascolta la voce che sconfiggerà la notte.

Mistero e saggezza ho portato ai miei figli; conoscenza e potere provenienti dai tempi antichi. Non sapete che sarà aperta ogni cosa quando troverete l’unione di tutto?

Dovete essere Uno con i Maestri del Mistero, Conquistatori della Morte e Maestri della Vita.

Sì, dovete conoscere il Fiore di Amenti, il Fiore della Vita che risplende nelle Sale. Con lo Spirito dovete raggiungere le Sale di Amenti e riportare la saggezza che vive nella Luce. Sappiate che l’accesso al potere è segreto. Sappiate che l’accesso alla vita è attraverso la morte. Sì, attraverso la morte, ma non come la conoscete. Attraverso una morte che è vita, ed è fuoco ed è Luce.

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LE TAVOLE SMERALDINE: PARTE XIII TAVOLA XII

THOTH L’ATLANTIDEO E LE SUE TAVOLE

PARTE XIII

TAVOLA XII

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LA LEGGE DI CAUSA EFFETTO E LA CHIAVE DELLA PROFEZIA

Ascolta oh uomo, le parole della mia saggezza, ascolta la voce di Thoth, l’Atlantideo.

Ho conquistato la Legge dello Spazio-Tempo. Ho raggiunto la conoscenza del futuro del tempo. So che l’uomo nel suo movimento attraverso lo Spazio-Tempo sarà sempre Uno con il Tutto.

Sappi, oh uomo, che ogni cosa del futuro è un libro aperto che si può leggere. Come ogni effetto farà progredire la sua causa, così tutti gli effetti si origineranno dalla causa prima. Sappi che il futuro non è fisso o stabile, ma varia così come varia la causa che produce un effetto. Osserva nella causa che porterai ad effetto, e sicuramente ne vedrai tutto il suo fine.

Nel gran principio crebbe la Causa Prima che mise in essere tutto ciò che esiste. Tu, tu stesso, sei l’effetto della causalità ed a turno sarai ancora la causa di altri effetti.

Così, oh uomo, sii certo che gli effetti che determini saranno sempre cause di effetti sempre più perfetti. Sappi che il futuro non è mai fisso, ma segue il libero arbitrio dell’uomo quando si muove attraverso i movimenti dello Spazio-Tempo, verso la meta dove inizia un nuovo tempo.

L’uomo può solo leggere il futuro per le cause che producono effetti. Cerca dentro la causa e sicuramente troverai l’effetto.

Ascolta, oh uomo, mentre ti parlo del futuro, ti parlo dell’effetto che segue la causa. Sappi che l’uomo nel suo viaggio a difesa della Luce cerca sempre di sfuggire alla notte che lo circonda come le ombre circondano le stelle nel cielo e, come le stelle nel cielo infinito, anche lui brillerà attraverso le ombre della notte.

Il suo destino lo farà progredire sempre, finché sarà Uno con la Luce. Sì, anche quando la sua via si troverà in mezzo alle ombre, sempre davanti a sé arderà la Grande Luce. Per quanto sarà scura la via, vincerà le ombre che gli scorrono attorno come la notte.

Lontano nel futuro, vedo l’uomo nato nella Luce, libero dall’Oscurità che gli incatena l’Anima, vivente senza che i vincoli dell’Oscurità coprano la Luce, che è Luce della sua Anima.

Sappi, oh uomo, che prima che tu la raggiunga, molte ombre oscure cadranno sulla tua Luce, lottando per reprimere con le ombre della tenebra la Luce dell’Anima che combatte per essere libera.

Grande è la lotta tra la Luce e l’Oscurità, antica e mai nuova. Eppure, già conosciuta un tempo, lontano nel futuro, la Luce sarà Tutto e l’Oscurità cadrà.

Ascolta, oh uomo, le mie parole di saggezza. Preparati e la tua Luce non sarà legata. L’uomo si è alzato, e l’uomo è caduto come sempre, onde di coscienza fluiscono dal grande abisso sotto di noi verso il Sole della loro meta.

Voi, figli miei, vi siete elevati da uno stato che era appena più alto delle bestie, finché siete divenuti superiori a tutti gli uomini. Eppure prima c’erano altri più grandi. Ed ancora vi dico che prima di voi altri sono caduti, e che verrà anche la vostra fine.

E sulla terra, dove ora dimori, i barbari dimoreranno, ed a turno vi eleverete verso la Luce. L’antica saggezza sarà dimenticata, ma per sempre vivrà nascosta agli uomini.

Sì, nella terra che chiami Khem, le razze si eleveranno e cadranno. Tu sarai dimenticato dai figli degli uomini. Eppure ti sposterai in uno spazio stellare oltre a questo, lasciandoti dietro questo posto dove hai dimorato.

L’Anima dell’uomo progredisce sempre, non legata ad una stella qualsiasi. Ma sempre si muove verso la grande meta avanti, dove si dissolverà nella Luce del Tutto. Sappiate che dovrete sempre progredire, mossi dalla Legge di causa ed effetto, finché alla fine entrambe diverranno Uno.

Sì, uomo, dopo che te ne sarai andato, altri si sposteranno nel luogo dove hai vissuto.

Conoscenza e saggezza saranno dimenticate, e sopravvivrà solo una memoria degli Dei. Come, per la mia conoscenza, io sono un Dio per te, così anche voi sarete Dei del futuro, per la vostra conoscenza molto lontana dalla loro. Eppure sappiate che attraverso tutte le ere, l’uomo potrà accedere alla Legge quando lo vorrà.

Le ere a venire vedranno la rinascita della saggezza per chi erediterà il tuo posto su questa stella. Loro, a turno, arriveranno alla saggezza ed impareranno a vincere l’Oscurità con la Luce. Eppure grande sarà la loro lotta attraverso le ere, per ricondursi alla libertà della Luce.

Molti, legati all’Oscurità, lotteranno per allontanare altri dalla Luce.

Poi sull’uomo verrà la grande guerra che farà tremare la Terra e sconvolgerà il suo corso.

Sì, i Fratelli Neri provocheranno la guerra tra la Luce e l’oscurità.

Quando l’uomo nuovamente conquisterà l’oceano e volerà in aria con ali come un uccello, quando avrà imparato ad utilizzare il fulmine, allora inizierà il tempo della guerra. Grande sarà la battaglia tra le forze, grande la lotta tra l’Oscurità e la Luce.

Nazione si solleverà contro nazione usando le forze oscure per distruggere la Terra. Armi di forza faranno piangere gli uomini della Terra, finché metà dei popoli se ne andrà. Allora si faranno avanti i Figli del Mattino e daranno il loro editto ai figli degli uomini, dicendo:

“Oh uomini, smettete di lottare con i vostri fratelli. Solo così tornerete alla Luce. Desisti con la tua miscredenza, oh fratello mio, segui il cammino e sappi che sarete giusti”.

Allora gli uomini smetteranno di combattere, fratello contro fratello e padre contro figlio. Poi l’antica casa del mio popolo si solleverà dal suo posto sotto le onde del cupo oceano. Quindi si aprirà l’Era della Luce, e tutti cercheranno la Luce della meta. I Fratelli della Luce governeranno il popolo. L’Oscurità della notte sarà sconfitta.

Sì, i figli degli uomini progrediranno e si eleveranno verso la grande meta. Diventeranno Figli della Luce. Le loro Anime saranno per sempre fiamma della Fiamma. Ci saranno conoscenza e saggezza nella grande era dell’uomo, perché si sarà avvicinato alla fiamma eterna, la Fonte di tutta la saggezza, il luogo del principio, che è Uno con la fine di tutte le cose. Sì, in un tempo ancora non nato, tutto sarà Uno, ed Uno sarà Tutto. L’uomo, fiamma perfetta di questo Cosmo, s’inoltrerà verso un luogo nelle stelle. Sì, si muoverà da fuori di questo Spazio-Tempo in un altro, di là dalle stelle.

A lungo mi avete ascoltato, oh figli miei. A lungo avete ascoltato la saggezza di Thoth. Adesso mi allontano da voi nell’Oscurità. Ora vado nelle Sale di Amenti, per dimorare là nel futuro, quando la Luce ritornerà all’uomo.

Eppure, sappiate, il mio Spirito sarà sempre con voi, guidando i vostri passi nel cammino della Luce.

Custodite i segreti che vi lascio, e certamente il mio spirito vi proteggerà durante la vita.

Tenete sempre i vostri occhi rivolti al cammino verso la saggezza. Tenete sempre più la Luce come vostra meta.

Non incatenate la vostra Anima alla schiavitù dell’Oscurità; lasciatela volare libera nel suo percorso verso le stelle.

Ora parto per dimorare ad Amenti. Siate i miei figli in questa vita e nella prossima. Verrà il tempo quando anche voi sarete immortali, vivendo da era in era come Luce tra gli uomini.

Custodite l’entrata alle Sale di Amenti. Custodite i segreti che ho nascosto in mezzo a voi. Non lasciate che la saggezza sia data ai barbari. La dovete tenere da parte per darla a chi cerca la Luce.

Adesso me ne vado. Ricevete la mia benedizione. Prendete il mio cammino e seguite la Luce.

Fondi la tua Anima con la Grande Essenza.

Lascia che la tua Coscienza sia Uno con la Grande Luce.

Chiamami quando hai bisogno di me.

Usa il mio nome tre volte in fila:

Chequetet Arelich Volmalites.

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LE TAVOLE SMERALDINE: PARTE XII TAVOLA XI

THOTH L’ATLANTIDEO E LE SUE TAVOLE

PARTE XII

TAVOLA XI

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LA CHIAVE AL SOPRA E AL SOTTO

Ascoltate e comprendete, oh Figli di Khem, le parole che vi dico vi condurranno alla Luce.Sappiate, oh uomini, che conobbi i vostri padri, sì, i vostri padri di tanto tempo fa.Sono stato immortale nei secoli, vivendo tra voi da quando ebbe inizio la conoscenza.Mi sono sempre sforzato per portarvi in alto, verso la Luce della Grande Anima, e condurvi fuori dall’Oscurità della notte.Sappiate, oh popoli fra i quali ho camminato, che io, Thoth, ho tutta la conoscenza e tutta la saggezza conosciuta dall’uomo sin dai giorni antichi. Sono stato custode dei segreti della grande stirpe, detentrice della chiave che conduce alla vita. Sono stato apportatore per voi, oh figli miei, perfino dall’Oscurità dell’Antico dei Giorni.Ora ascoltate le parole della mia saggezza. Udite ora il messaggio che vi porto. Ascoltate ora le parole che vi do, e vi eleverete dall’Oscurità alla Luce.Lontano nel passato, quando la prima volta venni a voi, vi trovai nelle caverne di roccia. Con il mio potere e la mia saggezza vi ho elevato, finché non brillaste come uomini fra gli uomini. Sì, vi ho trovato senza alcuna conoscenza. Di solo poco vi eravate resi diversi dalle bestie. Sempre ho soffiato sulla scintilla della vostra coscienza, finché alla fine vi infiammaste come uomini.Ora vi parlerò della conoscenza antica che va oltre il pensiero della vostra stirpe. Sappiate che noi della Grande Stirpe avevamo ed abbiamo ancora una conoscenza maggiore di quella dell’uomo. Abbiamo raggiunto la saggezza delle stirpi dei nati-stella, saggezza e conoscenza ben oltre quelle umane. Giù da noi sono discesi maestri di saggezza tanto lontani da noi quanto io lo sono da voi.Ora ascoltate mentre vi do la mia saggezza. Usatela e sarete liberi.Sappiate che nella piramide che ho costruito si trovano le Chiavi che vi indicheranno la Via alla vita. Sì, ho tracciato una linea dalla grande immagine che ho costruito all’apice della piramide, costruita come un accesso. Tracciatene un’altra opposta con lo stesso angolo e direzione. Scavate e troverete quello che vi ho nascosto. Là troverete l’entrata sotterranea ai segreti nascosti prima che voi foste uomini.Vi racconto ora i misteri dei cicli che si spostano con movimenti che sono insoliti all’essere limitato, perché sono infiniti oltre la conoscenza dell’uomo. Sappiate che ci sono nove cicli: sì, nove sopra e quattordici sotto, che si muovono in armonia verso il luogo di unione che esisterà nel futuro del tempo.Sappiate che i Signori dei Cicli sono unità di coscienza mandate da altri per unificare Questo con il Tutto. Loro sono i più alti di tutti i Cicli, operando in armonia con la Legge. Loro sanno che nel tempo tutto sarà perfetto, non essendoci nessun sopra e nessun sotto, ma tutto Uno in un Infinito perfetto, un’armonia di tutto nell’Unione di Tutto.In profondità sotto la superficie della Terra, nelle Sale di Amenti, sono seduti i Sette, i Signori dei Cicli, sì, ed un altro, il Signore del Sotto. Eppure sappiate che nell’Infinito non esiste né sopra né sotto. Ma sempre c’è e sempre ci sarà Unione di Tutto, quando il tutto sarà completo. Spesso sono stato davanti ai Signori di Tutto. Spesso ho bevuto alla fonte della loro saggezza e colmato sia il corpo che l’Anima con la loro Luce.Mi hanno parlato e detto dei cicli e della Legge che offre loro i mezzi per esistere. Sì, mi ha parlato il Signore del Nove dicendo:“Oh Thoth, sei grande tra i figli della Terra, ma esistono misteri che tu ancora non conosci. Sai che sei venuto da uno Spazio-Tempo sotto di questo e sai che viaggerai verso lo Spazio-Tempo al di là. Ma sai poco dei misteri contenuti in questi, sai poco della saggezza al di là. Sappi che, nell’insieme di questa coscienza, sei solo una cellula nel processo di crescita.La coscienza sotto di te si espande sempre in modi diversi da quelli a te conosciuti. Sì, anche nello Spazio-Tempo sotto di te, la coscienza è sempre crescente in modi che sono diversi da quelli che facevano parte delle tue stesse vie. Perché sappi che cresce come risultato della tua crescita, ma non nello stesso modo nel quale sei cresciuto tu.La crescita che hai avuto e che adesso possiedi, ha portato in essere una causa ed un effetto. Nessuna coscienza segue il sentiero delle precedenti, altrimenti tutto sarebbe una inutile ripetizione. Ogni coscienza del ciclo esiste in seguito al suo percorso verso la meta finale. Ognuna gioca il suo ruolo nel Piano dei Cosmi. Ognuna gioca il suo ruolo nella fine ultima. Più lontano è il ciclo, maggiore la sua conoscenza e capacità di armonizzare la Legge del tutto.Sappi che, nei cicli sotto di noi, stanno operando i ruoli minori della Legge, mentre noi del ciclo che si estende da qui all’Infinito ci sforziamo di costruire la Legge più grande.Ognuno ha un suo ruolo da giocare nei cicli. Ognuno ha il suo compito da eseguire a modo suo. Il ciclo sotto di te non è inferiore, ma è solo formato per una necessità che esiste, perché sappi che la fonte della saggezza che emette i cicli è eternamente alla ricerca di nuovi poteri da raggiungere. Sappi che la conoscenza si raggiunge solo con la pratica, e la saggezza si crea solo con la conoscenza, ed in questo modo i cicli sono creati dalla Legge. Sono strumenti per la conquista della conoscenza, perché il Piano della Legge è la Fonte di Tutto. Il ciclo sotto non è realmente in basso, ma è solo differente nello spazio e nel tempo. La Coscienza là sta operando, e prova meno cose di quelle che fai tu. E sappi che proprio come tu stai operando al meglio, così sopra ci sono quelli che stanno operando come te con altre Leggi. La differenza che esiste tra i cicli è solo nell’abilità di operare con la Legge. Noi, che siamo stati nei cicli oltre a te, siamo coloro che per primi avanzammo dalla Sorgente e, nel passaggio attraverso lo Spazio-Tempo, abbiamo acquisito l’abilità di usare le Leggi del Più Grande, che sono lontane dalla concezione dell’uomo. Là non c’è niente che realmente è sotto di te, ma solo una diversa attività della Legge.Guarda sopra e guarda sotto, troverai lo stesso, perché tutto è parte dell’Unione che si trova alla Sorgente della Legge. La coscienza inferiore è una tua stessa parte, come lo siamo noi.Tu da bambino non avevi la conoscenza che è venuta dopo, quando sei diventato uomo. Paragona i cicli all’uomo nel suo viaggio dalla nascita alla morte, e vedi nel ciclo inferiore il bambino con la conoscenza che aveva; guarda te stesso come un bambino diventato più grande che si arricchisce in conoscenza al passare del tempo. Guarda Noi, il bambino cresciuto in maturità con la conoscenza e la saggezza che aumenta con gli anni. Così, oh Thoth, sono i cicli di coscienza, figli in diverse fasi di crescita, eppure provenienti tutti da un’unica Fonte, la Saggezza, e tutti che torneranno nuovamente alla Saggezza”.Egli poi smise di parlare, e rimase in quel silenzio che venne ai Signori. Poi mi parlò di nuovo, dicendo:“Oh Thoth siamo rimasti a lungo ad Amenti, sorvegliando la fiamma della vita nelle Sale. Sappi, siamo ancora parte dei nostri Cicli con la nostra Visione che si estende fino ad essi ed oltre. Sì, sappiamo che fra tutte le cose nulla importa, eccetto la crescita che possiamo raggiungere per la nostra Anima. Sappiamo che la carne è temporanea. Le cose che sono più importanti per gli uomini, per noi non sono nulla. Le cose che cerchiamo non appartengono al corpo, ma sono solo lo stato perfetto dell’Anima. Quando tu, come gli uomini, imparerai che nulla oltre il progresso dell’Anima può contare alla fine, allora sarai veramente libero da tutte le schiavitù, libero di operare nell’armonia della Legge. Sappi, oh uomo, devi raggiungere la perfezione, perché solo così puoi raggiungere la meta. Anche se saprai che nulla è perfetto, deve essere la tua aspirazione e la tua meta”.La voce del Nove nuovamente si fermò, e le parole discesero nella mia coscienza. Adesso cerco sempre più saggezza per perfezionarmi nella Legge con il Tutto.Presto andrò giù alle Sale di Amenti a vivere sotto il freddo Fiore della Vita. Voi, ai quali ho insegnato, non mi rivedrete mai più. Eppure io vivrò per sempre nella saggezza che ho insegnato.Tutto quello che l’uomo è, è per la sua saggezza. Tutto quello che sarà, sarà il risultato del suo scopo.Ascolta ora la mia voce e diventa più grande dell’uomo comune.Alza gli occhi in alto, lascia che la Luce riempia il tuo essere, sii sempre un Figlio della Luce. Solo con fatica potrai elevarti al piano dove la Luce è il Tutto del Tutto. Sii un maestro di tutto quello che ti circonda. Non essere mai sottomesso agli effetti della tua vita. Crea dunque cause sempre più perfette e con il tempo sarai un Sole della Luce.Sia libera la tua Anima di elevarsi sempre in alto, sia libera dalla schiavitù e dalle catene della notte. Alza i tuoi occhi al Sole nel cielo. Per te lascia che sia il simbolo della vita. Sappi che sei la Grande Luce, perfetto nella tua stessa sfera, quando sarai libero.Non guardare mai l’Oscurità. Alza gli occhi allo spazio al di sopra. Lascia che la tua Luce risplenda libera in alto e sarai un Figlio della Luce.Interpretazione di Dorealalla Tavola XIThoth descrive, agli uomini del suo tempo, le epoche di quando i loro antenati lo conobbero, e solo questo dovrebbe essere sufficiente a far capire loro il suo potere. Gli ricorda di essere stato il custode dei misteri delle epoche passate e di averli guidati dallo stato selvaggio alla Luce. Afferma che rivelerà alcuni dei misteri più antichi, che gli furono rivelati, insieme ai suoi antenati, dai Figli della Luce e dai Signori dei Cicli.Thoth rivela come si può aprire una via alle Sale di Amenti. Tracciando una linea ad angolo geometrico dalla Sfinge, si può trovare la chiave per aprire la stanza sacra sotto la piramide.I Cicli di cui parla Thoth sono i cicli cosmici dal lato positivo di questo Arech al lato negativo, verso cui ci stiamo spostando. Il lato negativo di questo ed il lato positivo dell’altro hanno ciascuno quattordici cicli cosmici. I Signori dei Cicli appartengono al Tutto centrale di ogni Coscienza Cosmica. Conoscono la perfezione finale di tutto.Per la prima volta Thoth accenna al Signore dal Basso, in altre parole appartenente al ciclo cosmico inferiore. Ogni Coscienza Cosmica, dunque, ha chi la rappresenta in tutti i cicli cosmici.Il Signore del Nove dice a Thoth che è grande ed avanti in coscienza cosmica, ma che ancora ci sono misteri di cui lui non è a conoscenza.Thoth è sapiente, eppure nascoste in ogni Coscienza Cosmica ci sono cose che non conoscerà pienamente finché ogni cosa diverrà Uno.L’espansione d’ogni coscienza è diversa, perché ognuna sta adempiendo ad una parte differente del piano infinito. Ognuna completa l’altra, così che la crescita di una agisce sull’altra, reciprocamente. Ognuna è necessaria quanto l’altra, anche se qualcuna adempie ad incarichi più importanti.In verità non c’è realmente sopra e sotto, perché questi sono termini comparativi.Le Coscienze Cosmiche sono gli strumenti con cui il Latore della Fiaccola muta il disordine ed il Caos in Ordine ed in Legge. Ognuna opera nel suo spazio compiendo le necessarie funzioni. Ed il ciclo cosmico inferiore è importante sia per il piano più alto che per l’altissimo. I cicli cosmici superiori sono soltanto di grande abilità.Tutte le Coscienze Cosmiche in ultima analisi sono Uno, proprio come tutte le Anime sono uno nella Coscienza Cosmica.La differenza di capacità delle Coscienze Cosmiche superiori ed inferiori è paragonata al ragazzo ed all’uomo. A Thoth è presentato l’esempio di un microcosmo ed un macrocosmo: come sopra così sotto.I Signori, anche se manifestanti in Amenti, sono collegati e fanno parte del loro stesso ciclo cosmico. Il loro manifestarsi nei cicli cosmici serve allo scopo di aiutare la crescita dell’anima umana, e trasmetterne i risultati alla loro stessa Coscienza Cosmica, così da porre la base per la qualità del disordine permesso di fluire ad ogni ciclo cosmico.La meta sarà la perfezione, anche se noi dovremo renderci conto che la valutazione della perfezione diminuisce in proporzione diretta alla nostra stessa crescita. Quello che oggi sembra perfezione, domani sarà imperfezione, perché sappiamo che la perfezione non sarà mai realizzata neppure dal Latore della Fiaccola.Thoth ripete che va ad Amenti, vivrà con Loro nella verità che ha imparato, quasi la stessa cosa che ha detto Gesù. Thoth dà il comando affinché si facciano tutti i tentativi possibili per rendersi uno con la Luce.Thoth termina la tavola con l’ordine di alzare gli occhi al Sole e liberarsi dall’Oscurità.

Video:http://www.youtube.com/watch?v=SY8C8M9HkzI

Fonte: http://tavolesmeraldine.blogspot.it/2008/09/tavola-xi.html